L’azienda Colombini

Se apriamo Google Maps per guardare l’estensione della Colombini sul territorio sammarinese, si percepisce anche ad occhio nudo l’imponenza del suo rapporto in metri quadrati rispetto all’intera superficie territoriale della Repubblica.


L’assetto industriale della Colombini si sviluppa su quattro stabilimenti.

 Galazzano si estende su venticiquemila metri quadri, Rovereta 2 su ottomila e Rovereta 3 su tremila.

 Il quarto stabilimento, Rovereta 1, è una meraviglia superiore a qualsiasi immaginazione, sia per la sua estensione (centoventimila metri quadri suddivisi in ben cinque piani di produzione), sia per lo sviluppo tecnologico dei suoi reparti.

L’organizzazione del lavoro nei quattro stabilimenti è articolata in maniera tale che da un lato entra il pannello grezzo, che è a tutti gli effetti la materia prima, e alla fine del ciclo esce il mobile finito, pronto per la consegna, personalizzato secondo la richiesta del cliente.
Un ideale fil rouge lega tutti gli stabilimenti e i reparti che, nella loro specificità, lavorano all’unisono per lo stesso obiettivo: una reale customer saticfation.

Il metodo di lavoro segue la filosofia del just in time, che tradotto letteralmente significa  “appena in tempo”. E’ un sistema produttivo che rivoluziona il vecchio metodo di confezionare prodotti finiti per il magazzino, in attesa di essere venduti, e introduce la logica di produrre solo ciò che è stato venduto.

Velocità e organizzazione consentono all’azienda di ricevere un ordine il lunedì e di produrlo il lunedì successivo. Cioè in appena cinque giorni lavorativi!

Questo accade grazie ad un sistema gestionale altamente tecnologico che prende in carico gli ordini della giornata e, per prima cosa, li scompone in tutte le loro parti: fianchi, ante, cassetti, sponde, profili ...

Per ciascun pezzo, il sistema classifica il colore, la forma, la misura, individua la ferramenta e perfino il cartone per l’imballaggio. Il tutto viene tradotto in codici a barre, per milioni e milioni di pezzi. L’informazione arriva alle macchine che lo trasformano nel pezzo finito.

Le procedure e i protocolli interni di ciascun reparto in tutti gli stabilimenti, sono assolutamente rigorosi. Innanzi tutto il controllo qualità. Ogni pezzo deve rispettare degli standard altissimi.

Un altro ordine tassativo che vige ovunque riguarda la pulizia degli ambienti. Pur essendo a tutti gli effetti una falegnameria, quantunque enorme, ipertecnologica, robotizzata, la Colombini è un’azienda che tratta materiali legnosi, ma da nessuna parte si troveranno trucioli o segatura.

Un ambiente salubre, ordinato e pulito migliora le condizioni di lavoro.

La tutela della salute va di pari passo con la tutela dell’ambiente.

Non inquinare è la regola prima, che va declinata per fasi successive con il risparmio delle energie e delle materie prime, con l’attenzione a non sprecare e a non buttare, con la filosofia del riciclo.

In Colombini anche le polveri vengono raccolte in maniera sistemica. Tutte le macchine sono dotate di potenti aspiratori che convogliano il polverino in un sistema centralizzato, dove va ad accumularsi a tonnellate.

Quello che un tempo era spreco, oggi è una risorsa perché viene riutilizzato inserendolo nuovamente nel ciclo produttivo del fornitore.

Qualsiasi meraviglia tecnologica e meccanica non può comunque funzionare senza la mano e l’intelligenza dell’uomo. Uno dei meriti più grandi della Colombini è l’aver investito, sin dagli esordi, sulle risorse umane.

Oltre alla formazione e all’aggiornamento continuo del personale, l’azienda ha investito nel miglioramento continuo e inarrestabile delle dinamiche interne. Quello che con un termine giapponese si chiama appunto Kaizen. Si tratta di un metodo che incoraggia il miglioramento che viene dal basso, piuttosto che dalla dirigenza. Ovvero la cognizione che tutti i lavori sono importanti, dal primo all’ultimo, e che ciascuno è in funzione dell’altro.

Per lungo tempo la Colombini è stata una famiglia che ha fatto crescere tante altre famiglie, instaurando legami di amicizia e rispetto che hanno travalicato i decenni. 

E come diceva il saggio Guerrino Colombini: ”Se la fabbrica va bene, va bene per tutti. Se va male, va male per tutti.”

Dal libro “Storia di una famiglia e di un’azienda”